Rugby Centro Salesiani Arese: storia di una vittoria
Lo scorso 16 aprile a Cernusco sul Naviglio (MI), il mondo del rugby giovanile salesiano ha riportato una bellissima vittoria! La squadra dei Salesiani di Arese ha infatti vinto il campionato provinciale delle scuole, battendo in finale i ragazzi del Liceo Galilei di Legnano.
Il titolo di campioni provinciali, oltre al premio della medaglia d’oro dei Giochi Sportivi Studenteschi, permetterà ora alla squadra dei Salesiani di Arese di partecipare il 5 maggio alla fase regionale delle competizioni a Monza.
La storia della squadra di rugby dei Salesiani di Arese racchiude in sè tutto il sapore dell’avventura salesiana tra i ragazzi a favore di un approccio educativo allo sport che nulla toglie al divertimento e alla più sana competizione.
Le parole dei ragazzi
I ragazzi di Arese ci hanno raccontato il progetto educativo che ha portato alla vittoria del 16 aprile. Ecco le loro parole.
L’avventura del rugby al Centro Salesiano di Arese (MI) è iniziata quasi per caso. L’anno scorso nei primi corsi del CNOS-FAP e dell’IPIA Giordani – tutti per futuri elettricisti, aiutocuochi, meccanici, meccanici d’auto e grafici – c’erano alcuni giocatori di società rugbystiche vicine ad Arese: dal Rugby Rho, dal Parabiago Rugby e dal Lainate Rugby. All’intervallo capitava spesso assieme alle più usuali palle da calcio e da basket di vedere volare palle ovali: in molti iniziavano a chiedere di poter giocare sui campi verdi del Centro delle partitelle amichevoli in cui ci si divertiva parecchio. La cosa intanto giungeva alle orecchie del Catechista Delegato Luca Indraccolo, salesiano tirocinante ex-giocatore di rugby negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza nell’Amatori Rugby Milano che forte della bella esperienza che si stava portando avanti con la squadra di calcio ha lanciato la proposta di formare una vera e propria squadra anche di rugby. L’anno scorso si è quindi formato il prima gruppo di atleti: il tono era dato chiaramente da chi già sapeva giocare, un nucleo di 5-6 allievi, a cui si sono uniti col passare dei mesi circa altri venti ragazzi. È iniziata così anche la collaborazione con alcuni tecnici del Rugby Rho, che sono venuti a impostare i primi allenamenti e hanno fato da organizzatori delle prime partite. È stato memorabile l’ingresso in campo della squadra del Centro per la prima volta una fredda sera di novembre contro una rappresentativa del Rugby Rho sui campi di Molinello: nasceva così ufficialmente la squadra di rugby dei Salesiani di Arese. Tra le altre iniziative dello scorso anno è sicuramente da ricordare la partecipazione ai Campionati Sportivi Studenteschi a Vignate: per essere la prima volta i ragazzi del Centro sono stati bravissimi conquistando valorosamente il podio, come terzi classificati.
Per l’anno 2010/2011 l’impegno è diventato ancora più serio. Prima di tutto bisogna sottolineare come il Centro Salesiano abbia creato un pomeriggio tutto dedicato al coinvolgimento degli allievi in attività facoltative extrascolastiche di tipo culturale e sportivo, che ha visto l’adesione di quasi 150 allievi dei diversi anni, nei laboratori di teatro, clownerie, batteria, chitarra e negli allenamenti di calcio e di rugby. Proprio quest’ultimi sono stati i più frequentati e col passare del tempo si è costituito un vero gruppo sportivo anche a livello formale grazie alla possibilità data dall’Ufficio Territoriale Scolastico – settori Sport ed Ed. Fisica – di fondare un Centro Scolastico Sportivo con la conseguente occasione di partecipare ai Campionati Sportivi Studenteschi. L’avventura del rugby al Centro si tingeva quindi sempre di più di ufficialità e la collaborazione con il Rugby Rho diventava sempre più vitale.
Nei primi mesi dell’anno formativo-scolastico 2010/2011 si faceva anche domanda alla Federazione Italiana Rugby (FIR) di affiliazione come Scuola, poi accettata: fino ad oggi gli allievi tesserati sono oltre trenta e a fine maggio si potrà partecipare al Campionato Nazionale delle Scuole a Jesolo in Veneto.
Gli appuntamenti del venerdì intanto diventavano un vero momento di incontro: il pranzo insieme dopo le lezioni, l’allenamento, il terzo tempo e il gruppo cresceva tecnicamente e andava trasformandosi in una squadra; anzi in due squadre, quella di Rugby a 7 – con i giocatori più esperti – e quella di Rugby a 15, che include tutti i non tesserati presso altre società. Con la prima, tutti allievi di prima e seconda superiore, delle classi 1995 e 1996, si è iniziata una vera e propria preparazione in vista del Campionato Provinciale: a novembre la prima prova con una rappresentanza del Liceo Conti di Milano sui campi del Rugby Rho, a metà dicembre contro la squadra de Liceo Galilei di Legnano sui campi di Parabiago – e cioè su un terreno durissimo a causa delle rigide temperature della giornata (-3°) – e a fine marzo con un evento dentro il Centro Salesiano dove i ragazzi del Liceo Galilei di Legnano sono stati ospiti di quelli dei Salesiani di Arese per la prima volta “in casa”.
Sabato 16 aprile 2011 a Cernusco l’obiettivo veniva raggiunto: primi classificati nel concentramento delle scuole di Milano, con quattro vittorie su quattro partite i Salesiani di Arese diventavano campioni provinciali delle scuole di Rugby.
“La giornata era iniziata molto presto” scrive Luca Indraccolo, tra l’altro allenatore della squadra, che racconta: “Alle 6.00 la messa, poi giro in pulmino a recuperare i ragazzi per ritrovarsi tutti al Centro verso le 7.30. Rapido appello e controllo dei documenti, una preghiera insieme davanti alla statua della Madonna del cortile centrale e poi via verso Cernusco. Alle 9.00 i posteggi del Centro Sportivo cittadino erano già gremiti di mezzi, borsoni e ragazzi; mentre i professori, armati di cartelline e penne si dirigevano verso il gazebo dell’accoglienza, all’ingresso dei campi da gioco. L’occhio cade subito sugli avversari: quello è grosso, ma non quanto il mio; che faccia quell’altro e poi guarda il suo insegnante, come si fa rispondere! E intanto ti ritrovi in mano il programma del concentramento e leggi le scuole nel tuo girone. Meglio di così non poteva andare: una scuola sconosciuta, i vecchi amici del Conti – da battere assolutamente – e a sorpresa i Salesiani di Sesto”. Prosegue Indraccolo: “Si parte poco dopo proprio col derby tutto salesiano: finisce 3 a 2 per noi. Per fortuna – mi dico e dico ai ragazzi – che li abbiamo incontrati alla prima partita, freschi, carichi e vogliosi di vincere. Intanto si susseguono le altre partite, tra cui quella delle ragazze che naturalmente è la più seguita dai miei. La seconda del nostro girone si presenta in campo aggressiva: ci vuole un po’ a segnare, ma fatta una poi è facile prendere le distanze e finisce 3 a 0, naturalmente per noi. L’ultima squadra sempre essere la più debole: 5 a 1 per noi, con tutte le riserve in campo e che soddisfazione vedere gente che non aveva mai giocato a rugby dare tutto e farlo bene per portare a casa l’ultima vittoria. È fatta siamo in finale! Subito si corre al tavolo degli organizzatori: per il primo e secondo posto Salesiani Arese vs Liceo Galilei Legnano. Sorrido: sono i nostri amici-nemici d’allenamento con cui durante l’anno ne avevamo fatte tante, amichevoli e allenamenti, ma che sapevo essere ben inferiori a noi. I ragazzi comunque sono concentrati – mai sottovalutare gli avversari – ed entrano in campo seri, dopo il saluto al fischio di inizio giocano come mai e compatti avanzano verso la linea di meta. Uno sfonda, viene bloccato, subito un altro dietro porta avanti l’azione, questa volta la passa e il suo compagno la passa ancora, fino all’ala, scatto finale, la palla viene schiacciata nell’area: meta! Così per cinque volte: gli avversari sembrano stanchi e disarmati, non segnano, finisce cinque a zero per noi. Esulto, esultano i ragazzi in campo e quelli in panchina, i genitori presenti e pure la professoressa dell’altra scuola che comunque mi abbraccia e mi ringrazia. Il mio capitano, Simone, – un ragazzo biondo con i capelli lunghi alla Mirko Bergamasco che gioca a rugby da quando è piccolo – urla: “per il Liceo Galilei ip ip urrà” per tre volte e poi raduna i miei, un nuovo urlo, tutti insieme, quasi un coro: “sa-le-sia” e in massa e in pochi secondi mi sono sopra: me l’aspettavo, il caricone ci stava, avevamo vinto, avevamo vinto tutto, eravamo campioni di Milano!”
Il rugby al Centro per un certo periodo è stato anche rosa. Con circa una ventina di allieve si sono fatti alcuni allenamenti e una partita. Tutto aveva avuto inizio quasi per scherzo: durante gli allenamenti dei maschi in molte assistevano e spesso la richiesta era quella di provare e vista l’insistenza le cose sono diventate serie. È stata una breve avventura che forse si confermerà ufficialmente solo l’anno prossimo, ma che intanto ha sfatato tanti miti e ha permesso alle ragazze del Centro di conoscersi meglio e divertirsi insieme attraverso un’attività sportiva, anche se di diverse classi, settori ed età.
Brad Johnstone, un ex-giocatore come tanti o forse no, dice che “il rugby è l’unico sport dove i rapporti fuori dal campo sono importanti come quelli dentro il campo”.
Al Centro prima di tutto si vuole crescere, ragazzi, salesiani e professori come persone che sanno stare insieme, rispettandosi a vicenda e stimandosi per quello che ognuno è e ha da dare all’altro. Proprio per questo quando chiedono perché il rugby e non altri sport la risposta è sempre la stessa: ogni allenamento prepara non soltanto alla prossima partita, ma prepara alla vita. Una vita che spesso non è fatta solo di carezze, proprio come nel rugby, una vita che non si può “fare” da soli, ma in cui il sostegno degli altri è importante, proprio come nel rugby, una vita che vuole avere una meta precisa, da raggiungere insieme, proprio come nel rugby.
Citando una poesia di Mirko Petternella, giornalista, “adesso so che quando si avanza uniti ci sono possibilità di successo. Adesso so che se non andrò in meta io, ci andrà un mio compagno. Adesso so che cosa vuol dire rispettare un avversario che è a terra. Adesso so che potrò cadere e perdere il pallone, ma un compagno sarà pronto a raccoglierlo e a lavorarlo per me. Adesso so che bisogna avere sempre qualcosa da portare avanti. Adesso so che si può anche perdere, ma non ci si deve mai arrendere. Adesso so che per ottenere qualcosa bisogna essere determinati. Adesso so che correre non vuol dire scappare, ma andare incontro al futuro. Adesso so che affrontare la vita sarà un gioco da ragazzi e che, se la vita è un gioco, il rugby è una gran bella maniera di viverla!”