Buffon: la cultura prima del coraggio

di Carlo Nesti,

A volte, si crea un clamoroso equivoco, quando si immagina l’uomo lanciato verso le grandi imprese. Siamo abituati a “forza” e “coraggio”, come risorse indispensabili per vincere le guerre. I muscoli vengono prima di ogni altra cosa. E l’ardore li segue a breve distanza, sui campi di battaglia.

Un tempo, era così, ma ci riferiamo all’epoca in cui il genere umano valeva non molto più del genere animale. Poi, trovavano spazio la scaltrezza, l’astuzia, la furbizia, e allora era la Bibbia stessa a proporre, sovente, la supremazia del “piccolo” sul “grande”. Quanti David, benedetti da Dio, contro Golia!

È toccato a un celebre atleta, Gianluigi Buffon, ribadire, in terra di Calabria, un concetto completamente diverso, e assolutamente moderno. È avvenuto quando gli azzurri di Prandelli hanno accolto l’invito di Don Ciotti, e si sono allenati su un terreno confiscato alla mafia, presso Rizziconi.

Buffon ha detto: “Don Ciotti ci ha insegnato che, prima del coraggio, viene la cultura. Se si riuscirà a far capire, con l’istruzione, che è più giusto assecondare lo Stato, che non la ‘ndrangheta, i giovani cambieranno la storia”. Favole? Domanda: il muro di Berlino è caduto con l’energia delle idee o delle armi?

È vero: nel 2011 spadroneggiano ancora odi e rancori. Ma si sa che neppure le bombe hanno risolto i problemi, dal Vietnam all’Afghanistan. E si sa che l’estremizzazione della violenza, in senso atomico, porterebbe alla cancellazione del pianeta. Esiste altro, come predica Ernesto Olivero, per imporsi.

Nel caso della Calabria, così come è stato realistico pensare, spesso, che proprio la ‘ndrangheta proteggeva più dello Stato, è essenziale spiegare che questo “sistema” è basato sul dominio di pochi, sull’esclusione di molti, e sull’esercizio del potere, mediante la morte di chi non è d’accordo.

Beati i miti, perché erediteranno la terra… Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. (Mt 5,5) Sembra un paradosso, ma anche lo sport business, con le sue “esagerazioni”, può diventare “operatore di pace”, purché sia “megafono” di cause giuste.

BUFFON – SCHEDA

Gianluigi Buffon nasce il 28 gennaio 1978. Nel Canaletto, nel Perticata, nel Bonascola e nel Parma, si dedica al ruolo di centrocampista, e con ottimi risultati, visto l’interesse di Bologna e Milan. La contemporanea assenza dei 2 portieri titolari, a 14 anni, lo costringe all’incredibile trasformazione, perché fin dalla prima esibizione non c’è paragone fra lui e gli altri. Appena 3 anni dopo, infatti, a 17 anni, esordisce in serie A per Parma-Milan, il 19 novembre 1995: è la precocità del fuoriclasse. Dal 1995 al 2001 gioca nel Parma, vincendo una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Quindi passa alla Juventus, per una cifra, legata alla cessione di Zidane, che resta un primato per la società bianconera, mai prima di quel momento così generosa per un portiere: 105 milioni di lire (75 più Bachini). In maglia bianconera, arrivano uno scudetto e 2 Supercoppe Italiane, ma gli scudetti sarebbero 3, i 2 conquistati con Capello, se il ciclone di Calciopoli non azzerasse tutto. Ed è anche la rabbia di quei giorni a favorire la vittoria nei Mondiali 2006: subisce appena 2 gol, una autorete e un rigore, ed è vice-Pallone d’Oro.

Condividi sui tuoi profili

Articoli recenti