Quando Oratorio e sport vanno a braccetto
Il torneo di calcio organizzato dall’oratorio di Bracciano, nella diocesi di Civita Castellana, nasce nella primavera 2010 per una fascia di età che va dagli 8 ai 12 anni. Il torneo riscuote notevole successo sia tra i giovani (60 iscritti) sia tra i genitori, infatti una decina di famiglie si trovano direttamente coinvolte nell’organizzazione.
Viene così riproposto con un numero di adesioni sempre crescente nel tempo, nell’autunno 2010 e nella primavera 2011, ampliando però la fascia dei età che arriva ai 18 anni, con un totale di 90 iscritti.
La quarta edizione di questo torneo è iniziata domenica 9 ottobre 2011, e ha accolto da 7 anni di età a 20, per un totale di 110 iscritti. Gli atleti sono stati divisi in fasce di età: 7-8 anni, 9-11 anni, 12-16 anni, 17-20 anni, quattro categorie ognuna delle quali riceverà la coppa per il primo classificato, un trofeo “fair play” e inoltre una medaglia ad ogni partecipante. Il Torneo si è svolto il sabato e la domenica, e si concluderà nelle prossime domeniche con le finali, le premiazioni e il pranzo conclusivo per tutti gli atleti il 20 novembre.
Il torneo non ha previsto solamente la partita a pallone, ma una serie di momenti in cui vengono coinvolti tutti i partecipanti: momenti di preghiera, ma anche di piccole catechesi che il sacerdote rivolge ai giovani. In questo modo il ruolo dell’oratorio, con le figure degli educatori e del sacerdote, ha assunto un ruolo di fondamentale importanza: proponendo attività sportive, educative, spirituali, ha educato all’accoglienza, al rispetto reciproco e delle regole, alla lealtà, alla condivisione di valori con il gruppo. L’obiettivo principale della partita a pallone non è stata la preparazione tecnico-atletica dei partecipanti, tipica delle organizzazioni sportive, ma un’esperienza di gruppo formativa ed educativa, che mira alla crescita personale attraverso le relazioni interpersonali, senza essere, quindi, in competizione con le associazioni sportive presenti sul territorio.
Le figure di riferimento dell’arbitro e degli allenatori diventano fondamentali. Soprattutto quest’ultimi devono insegnare il “gioco insieme” piuttosto del “gioco contro”, con una preparazione umana, piuttosto che tecnica, cercando di valorizzare ed esaltare l’impegno e il gioco di squadra al di là del risultato finale.
Molto importante è il premio “fair play” che riguarda il comportamento dei giocatori, lo spirito di squadra, la correttezza e l’educazione, a cominciare dal linguaggio. La sfida sportiva e la sana competizione con gli altri deve assicurare prima di tutto, non la vittoria, ma il divertimento, lo spirito di squadra e la nascita di nuove amicizie . A tale proposito si è cercato di attuare un regolamento non troppo rigido, che prevede ad esempio, l’ammonizione in caso di linguaggio inappropriato, e che dia anche la possibilità di giocare saltuariamente a ragazzi non iscritti, in modo da accogliere tutti e allo stesso tempo non favorire le vittorie a tavolino che nel nostro oratorio sono in genere evitate, tranne in casi particolari e rari. Ovviamente educare al gioco del calcio in uno spirito diverso da quello usuale, non è facile, spesso i genitori sono i primi a non comprendere un discorso di questo tipo, ma possiamo comunque vedere come la costanza di trasmettere questo messaggio stia portando i suoi frutti.
Molto ben predisposti sono i ragazzi, soprattutto i più grandi, che si autogestiscono in modo corretto e molto organizzato rispettando le regole ed impegnandosi, partecipando anche ai momenti di preghiera. Tra i più piccoli comincia a evidenziarsi lo spirito di squadra, il voler stare in squadra con i propri amici anziché con quelli che sono più forti: si è disposti a perdere con i propri amici, piuttosto che vincere con altri ai quali si è meno legati.
Questo tipo di atteggiamento diverso lo si nota non solo durante i tornei ma anche durante la settimana quando i ragazzi si trovano nel campo a giocare, a differenza di quanto succedeva negli anni passati, ora gli stessi ragazzi organizzano le partite anche senza la presenza di un adulto, facendo giocare tutti a turno e senza discussioni. Si gioca per divertimento e non in competizione. Dall’esperienza dei tornei è nata anche una squadra di calcio dell’oratorio che partecipa a diversi tornei in zona. La squadra che testimonia l’apertura e l’accoglienza a culture e religioni diverse è composta da ragazzi di sei diverse nazionalità: Italia, Polonia, Equador, Guinea, Kossovo, Albania.
Paola Di Serio, educatrice e organizzatrice