Lo sport per una famiglia … olimpica!
Proponiamo sulle pagine del nostro sito la bella prefazione della campionessa olimpica Stefania Belmondo al libro Sport: una passione da vivere in famiglia (Belfiore C., a cura di, Elledici 2010). Il suo invito ad aprire l’esperienza dello sport alla dimensione della famiglia per un mutuo scambio “educativo” riassume molto bene la mission del CNOS Sport!
Lo sport è una grande passione, che spesso viene trasmessa ai bambini e ai ragazzi dalla famiglia o da un genitore. I momenti di sport vissuti in famiglia sono molto importanti perchè hanno un peso educativo notevole. Ricordo ancora quando andavo con mio padre in montagna, a sciare e mi parlava della fatica nell’affrontare una salita. Ho imparato da lui a non mollare mai, a non perdermi di coraggio e a lavorare duramente per raggiungere un risultato. Questi insegnamenti me li sono ricordati durante la mia lunga carriera sportiva e mi hanno aiutata parecchio.
Le parole dei ragazzi
La mia famiglia, che mi ha sempre appoggiata, ma mai spinta o esasperata, non partecipava molto spesso alle gare: i miei genitori, quando c’erano, stavano a bordo pista senza mai interferire nelle decisioni dell’allenatore o di altri tecnici. Anche questi ultimi hanno avuto un ruolo importante nella mia crescita sportiva. Mi hanno fatto capire che con un duro allenamento, col sacrificio avrei potuto raggiungere buoni risultati senza ricorrere a pratiche illecite e molto dannose per la salute.
Lo sport, per me, è uno stile di vita mirato a star bene con se stessi e con gli altri, grazie al quale si segue una vita regolare, priva di eccessi, una corretta alimentazione e si rispettano alcune regole fondamentali per una buona riuscita. La mia esperienza di atleta mi ha insegnato che la pratica sportiva contribuisce in modo determinante a formare la persona e a migliorare i rapporti umani: attraverso una disciplina s’impara a misurarsi con i propri limiti, a rinforzare la volontà e la capacità di resistenza alla fatica, e a confrontarsi con gli altri rispetto all’obiettivo.
La necessità di muoversi, di esprimere la propria corporeità in modo armonico e poi di identificarsi nei gesti tecnici, nelle regole del gioco, nell’appartenenza alla squadra possono rendere piacevole e formativa ogni esperienza sportiva. Ai ragazzi voglio far capire quanto è bello vivere lo sport in modo autentico, senza spingerli a una meta o esasperali alla conquista del risultato e ai genitori raccomando di star vicino ai propri figli partecipando alle loro gioie e fatiche, ma non perdendo mai il senso della misura. Penso che il talento agonistico sia un dono, un istinto che non possiedono tutti, perciò non ha senso forzare la naturale crescita psicologica e fisica di bambini e ragazzi pretendendo ciò che non possono dare, ma è giusto assecondare le loro preferenze personali, che possono cambiare con l’età, rispetto alla scelta della disciplina, dell’impegno e del tempo da dedicare allo sport, in modo che resti un divertimento. Nei paesi nordici, ad esempio, bambini e ragazzi giocano molto più dei nostri: la famiglia li lascia fare, senza portarli subito alla competizione, come dei piccoli campioni. Ma per diventare atleti non bisogna sentirsi pressati.
Mi auguro che molti giovani possano ottenere grandi risultati e provare, come me, la felicità di vincere tanto e anche la saggezza di saper perdere, contando solo sulle proprie forze; di poter tagliare il traguardo esprimendo se stessi in pieno e di condividere quella gioia immensa con familiari, amici, tifosi e magari con il mondo intero, come mi è successo con l’accensione del braciere olimpico.
Ma spero soprattutto di riuscire a trasmettere anche ai miei due bambini la passione e le regole di vita che ho appreso nello sport, e poco importa se non diventeranno campioni del mondo: vorrei che fossero soprattutto uomini onesti, grazie alla pratica sportiva.
Stefania Belmondo
Campionessa Mondiale e Olimpica di Sci di fondo